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Il sistema di rivestimento termico a cappotto ha preso piede in ditta gallizzi cappottomaniera rilevante negli ultimi anni soprattutto per le nuove normative sull’efficienza energetica, norme che prevedono di certificare con relativo livello di inquadramento ogni edificio in base all’effettivo risparmio energetico che ne produce.
L’ormai nota tabella che si vede spesso nei cartelloni di cantiere:ditta gallizzi tabella energetica

 

 

Per tale motivo oggi il rivestimento termico a cappotto viene eseguito sempre più spesso sui fabbricati di nuova edificazione, contrariamente al passato, dove tale procedura veniva effettuata solo in fase di ristrutturazione degli edifici.

La nostra esperienza decennale sui rivestimenti termici a cappotto ci ha permesso di acquisire un know-how al top su tutte le tipologie di pannelli esistenti in commercio ognuno dei quali ha delle caratteristiche e delle proprietà differenti.

ditta gallizzi cappottoRivestimenti a Cappotto:

- in polistirene espanso (EPS)
- in polistirene espanso con grafite
- in sughero
- in lana di roccia
- in lana di roccia lamellare
- in calcio silicato
- in fibra di legno

Il tipo e gli spessori del pannello da utilizzare vengono indicati solitamente da ditta gallizzi grafiteun termotecnico abilitato e determinati in base alla stratigrafia dell’edificio.
Il ciclo a cappotto prevede l’incollaggio e la tassellatura dei pannelli (formato 50 x 100) sul supporto murario esistente; la rasatura armata degli stessi tramite rete in fibra alcali ad alta resistenza annegata nel collante rasante e la successiva finitura colorata.
La finitura viene eseguita obbligatoriamente tramite un rivestimento in pasta colorato che a seconda del ciclo si distingue in ACRILICA oppure AI SILICATI.
L’obbligo deriva dal fatto che il rivestimento a cappotto prevede un ciclo certificato (che non prevede tinteggiatura), che, su richiesta del cliente, è possibile assicurare con una validità decennale.
Rivestire un edificio con un ciclo a cappotto è di notevole importanza al fine di ridurre al minimo la dispersione di calore delle abitazioni, eliminando così tutti quei punti nevralgici che producono ponti termici (solette in c.a., pilastri in c.a., pareti fredde esposte a nord, ecc.).


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